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Fratres Massa

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                                   Un esame del sangue per scoprire il tumore al seno con 5 anni di anticipo


Un nuovo passo avanti nella lotta contro il tumore al seno. Un test del sangue permetterebbe infatti di scoprirlo con cinque anni di anticipo. È il risultato di uno studio effettuato dal National Cancer Research Institute di Nottingham che è stato presentato durante la conferenza annuale dello stesso istituto a Glasgow.
Le cellule tumorali, producendo gli antigeni, portano l’organismo a produrre degli anti-antigeni, ecco perché analizzando il sangue si avrebbe la possibilità di individuare se il tumore si è già manifestato o meno. Lo studio ha coinvolto 90 pazienti già affetti da tumore al seno e 90 sani: in base al test del sangue effettuato, i ricercatori hanno scoperto che questa tipologia tumorale produce autoanticorpi specifici (i marcatori TAA) contro gli antigeni, ecco perché può essere individuato in questo modo.
Un altro esame simile è in fase di studio per individuare il carcinoma polmonare. Ben 12mila persone a rischio di sviluppare il tumore sono state coinvolte nella fase di ricerca, con un esame del sangue degli autoanticorpi Elisa (Early CDT-Lung). Ma non solo. Anche le forme su pancreas, colon-retto e fegato sono sotto la lente dei ricercatori britannici.
(Donatori H24 - 24/11/19)

La dieta del donatore, contro il caldo.  Come prevenire l’ipotensione

Che dieta serve per i prossimi mesi? Si avvicina la bella stagione, si smettono i cappotti e i piumoni trovano spazio negli armadi. Oltre a cambiare il ritmo cardanico del nostro corpo, il ciclo della natura comporta l’innalzamento delle temperature che, talvolta, può rappresentare un ostacolo alla donazione del sangue. Capita, infatti, che a seguito del monitoraggio della pressione, un medico trasfusionale debba dichiarare il donatore non idoneo, almeno per quell’appuntamento.
I sintomi generali dell’abbassamento di pressione sono debolezza e spossatezza, ma anche giramenti di testa e vista offuscata fino ad arrivare al colpo di calore che fa perdere i sensi.
Prima di poter donare, il personale medico deve verificare che siano soddisfatte alcuni condizioni, tra le quali quelle relative alla pressione arteriosa. Quella sistolica deve essere inferiore o uguale a 180 mmHg, quella diastolica inferiore o uguale a 100 mmHg.
Esiste una dieta che supporta il buon funzionamento del sistema circolatorio e che quindi aiuta la buona opera dei donatori di sangue, soprattutto durante l’estate? Anzitutto la parola “dieta” non spaventi, non ci sono privazioni particolari alle quali sottostare, bisogna soltanto prestare un po’ di attenzione a quello che si ingerisce.
Per contrastare gli effetti del caldo, i nutrienti base sono rappresentati da sali minerali (in particolare il potassio), vitamine e fibre: anguria, verdura, banane e albicocche, fragole, ciliegie, pesche e fichi, ma anche frutta secca sono quindi particolarmente indicati.
Un buon supporto alla dieta sono anche i cereali, i legumi e il pesce, fonte primaria di omega-3 che tiene a bada il colesterolo e protegge dalla malattie coronariche.
Ci sono, poi, alimenti sconsigliati alla dieta estiva che, a causa di caldo e afa, possono stressare ulteriormente il sistema cardiocircolatorio. Nella lista dei “cattivi” finiscono i prodotti che contengono grassi saturi come burro, olio di palma, insaccati, fritture e formaggi grassi. Per le carini, sono preferibili quella bianche come coniglio, pollo e tacchino.
La bella stagione è tradizionalmente un periodo critico per le donazioni per tutta una serie di fattori (donatori e personale ospedaliero in vacanza, aumento degli incidenti stradali causati dai più frequenti spostamenti e quindi maggiore richiesta di sangue nei nosocomi, infezioni stagionali come il West Nile virus etc.), occorre non aggiungere anche l’ipotensione.
E il cibo, in questo, può aiutare.
(da DONATORIH24 - 11 Aprile 2022 - Salute - di Sergio Campofiorito)
“Non c’è tempo da perdere”.  L’allarme dell’Aip sulla raccolta

“Non c’è più tempo da perdere, l’emergenza è dietro l’angolo”. Filippo Cristoferi, 39 anni, dal 2014 direttore operativo dell’Associazione immunodeficienze primitive, lancia un grido d’allarme sulla contrazione della raccolta di sangue e plasma in Italia registrata nel primo bimestre del 2022 (-10% rispetto allo stesso periodo del 2021) in un contesto di scarsa disponibilità di farmaci plasmaderivati.

Emergenza sangue e plasma
“Già nel 2019 — ricorda Cristoferi — abbiamo segnalato all’Agenzia italiana del farmaco le possibili carenze di plasmaderivati dovuti principalmente alla scarsa attrattiva che fornisce l’Italia sulle aziende farmaceutiche. Nel primo bimestre del 2022 non c’è stato alcun recupero per il sistema di raccolta sangue, si è registrata invece una contrazione rispetto allo stesso periodo del 2021. Un dato che ci preoccupa molto”.
L’Aip, insieme alla fondazione italiana “Leonardo Giambrone” per la guarigione dalla thalassemia e all’Associazione italiana dei pazienti di neuropatie disimmuni hanno lanciato il loro “Piano Marshall”, suddiviso in cinque punti, per fronteggiare la situazione:
• 1. Incrementare il personale e risorse umane all’interno delle organizzazioni trasfusionali;
• 2. Favorire l’ottimizzazione delle liste di donazione di emazie concentrate e plasma;
• 3. Incentivare un incremento delle rese produttive, tramite significativi investimenti in ricerca e sviluppo;
• 4. Promuovere una comunicazione ad ampio raggio e campagne di sensibilizzazione sulla necessità di una donazione come gesto etico e di cittadinanza;
• 5. Generare circoli virtuosi reali di spesa e investimento nei centri di raccolta.
“Il periodo estivo che si avvicina, come da trend storici che segnano significativi ribassi della raccolta, non può che aumentare le nostre preoccupazioni — continua Cristoferi —. Ci auguriamo che il decreto legge Concorrenza attualmente in discussione, possa attivare un virtuoso meccanismo a servizio del sistema sangue”.
La chiosa è lo stesso grido d’allarme dell’inizio: “C’è sempre meno tempo prima scoppi l’emergenza, bisogna fare in fretta”.
(da DONATORIH24 - 2 Aprile 2022 - Attualità - di Sergio Campofiorito)

SPID - Sistema Pubblico di Identità Digitale

SPID permette ai cittadini di accedere ai servizi online delle Pubbliche Amministrazioni e dei soggetti privati con un'unica Identità Digitale.
Ultimo aggiornamento
08-10-2020
SPID è il  Sistema Pubblico di Identità Digitale che garantisce a tutti i cittadini e le imprese un accesso unico, sicuro e protetto ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione e dei soggetti privati aderenti.
ATTENZIONE: si avvisano tutti i fornitori di servizi che è stato pubblicato l'Avviso n. 25 che prevede, con tempi adeguati, una diversa modalità per richiedere il domicilio dei soggetti che accedono ai propri servizi in rete tramite SPID.
Come si ottiene SPID
L’identità SPID è rilasciata dai Gestori di Identità Digitale (Identity Provider), soggetti privati accreditati da AgID che, nel rispetto delle regole emesse dall’Agenzia, forniscono le identità digitali e gestiscono l’autenticazione degli utenti. Puoi richiedere l’identità SPID al gestore che preferisci e che più si adatta alle tue esigenze. Il gestore, dopo aver verificato i tuoi dati, emette l’identità digitale, rilasciando le credenziali.
Il gestore cui ti rivolgerai ti chiederà, oltre ad un documento di identità valido, anche la tessera sanitaria o, qualora non ne avessi diritto, il tesserino del codice fiscale. Può sembrarti sia una strana richiesta, ma non è così. Tali tesserini non servono per conoscere il tuo codice fiscale (può essere calcolato, è presente nella carta di identità elettronica), ma costituiscono uno degli elementi per contrastare il furto di identità. Il gestore, infatti, controllerà se quello specifico tesserino corrisponde effettivamente a quella specifica persona.
Può sembrare un'inutile complicazione, ma non è così, aiuta a proteggerci da furti di identità.
Richiedi SPID
L'identità digitale SPID ai cittadini è gratuita
Nel novembre 2019 tutti i Gestori di Identità Digitale si sono impegnati a fornire per sempre  le credenziali SPID di livello 1 e 2 ai cittadini gratuitamente.
L'identità digitale SPID per uso professionale
(Determinazione n. 318/2019)
Alla data del 10 marzo 2020 i Gestori di Identità Digitale che forniscono l'identità digitale SPID per uso professionale sono:
• Namirial (attualmente una sola identità digitale ad uso professionale per la persona giuridica a persona giuridica. Tale limite sarà presto eliminato)
• Register
SPID e la firma digitale
La firma digitale può essere ottenuta anche utilizzando lo SPID come sistema di riconoscimento. Tra i certificatori che hanno reso disponibile questa possibilità, sono attualmente attivi Infocert e  Namirial, quest'ultima fornisce anche la possibilità di effettuare una sola firma (firma usa e getta).
I servizi prevedono l'accesso con credenziali SPID di livello 2, in questo modo il cittadino ha la possibilità di dimostrare con certezza la sua l'identità e ottenere la firma digitale.
La diffusione e l'utilizzo effettivo dello SPID
Il numero di identità SPID rilasciate è consultabile sul sito Avanzamento trasformazione digitale
Di seguito la media settimanale delle identità rilasciate:
• nei primi cinque mesi 2020 circa 76 mila identità;
• nel mese di giugno 2020 circa 178 mila identità;
• nel  mese di luglio 2020 circa 280 mila identità;
• nel mese di agosto 2020 circa 201 mila identità;
• nel mese di settembre 2020 circa 253 mila identità.
• nel mese di ottobre 2020 circa 281 mila identità.
Lo SPID è stato utilizzato per effettuare accessi a servizi in rete:
• nel 2019 oltre 55 milioni di volte;
• nel mese di  gennaio   2020:   6.296.620 volte;
• nel mese di  febbraio   2020:   6.166.032 volte;
• nel mese di  marzo      2020:   6.581.317 volte;
• nel mese di  aprile       2020:   7.682.335 volte;
• nel mese di  maggio    2020:   9.354.793 volte;
• nel mese di  giugno     2020: 10.229.976 volte;
• nel mese di  luglio       2020:   7.228.145 volte;
• nel mese di  agosto     2020:   5.221.369 volte;
• nel mese di settembre 2020: 13.485.128 volte;
• nel mese di ottobre      2020: 16.694.539 volte.
Come diventare fornitore di servizi Pubblici o Privati
Tutte le pubbliche amministrazioni devono rendere i propri servizi online accessibili tramite SPID per favorire e semplificare l'utilizzo dei servizi digitali da parte di tutti i cittadini. Anche i privati possono rendere i propri servizi online accessibili tramite SPID, al fine di favorire e semplificare l’utilizzo dei propri servizi digitali.
Diventa fornitore di servizi pubblici o privati
Quali servizi per i cittadini
Amministrazioni che consentono l’accesso ai propri servizi con SPID
Monitoraggio Sistema Pubblico di Identità Digitale
Consulta il sito dedicato a SPID
I progressi del sistema SPID
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 26 del 01 febbraio 2020, entrano in vigore la determinazione n.138 del 5 novembre 2019 e la determinazione n. 344 del 21 novembre 2019, con le quali sono state adottate le Linee guida per il rilascio dell'identità digitale uso professionale e le Linee guida R.A.O. pubblico, emanate ai sensi dell'art. 71 comma 1 del CAD.
SPID nell'Unione Europea
A seguito del completamento della procedura di notifica dello SPID, ultimato dall'Agenzia con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea (GUUE C318 e GUUE C344 del 2018), a decorrere dal 10 settembre 2019 l'identità digitale SPID potrà essere usata per l'accesso ai servizi in rete di tutte le pubbliche amministrazioni dell'Unione.  Questo diritto, introdotto dal regolamento eIDAS, potrà essere anticipato dagli Stati membri che potranno decidere se consentire l'accesso anche ai propri servizi che prevedono l'uso di credenziali di livello 1. Per l'accesso a servizi che prevedono l'uso di credenziali di livello 2 e 3, è prevista l'obbligatorietà di consentire l'accesso con le credenziali SPID di pari livello.
Gli obblighi derivanti dalla normativa dell’Unione europea
Tutte le pubbliche amministrazioni che rendono accessibili i propri servizi online con credenziali SPID di livello 2 o 3 (come anche attraverso la carta di identità elettronica), hanno l’obbligo di rendere accessibili detti servizi anche con gli strumenti di autenticazione notificati dagli altri Stati membri. Non rispettare tale obbligo, implica esporsi a una procedura di infrazione per violazione dell’articolo 6 del regolamento eIDAS (n.910/2014).
Al fine di ottemperare a detto obbligo, si deve seguire la procedura pubblicata sul sito dedicato al nodo eIDAS nazionale.
La Commissione europea pubblica periodicamente nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione l'elenco degli strumenti di autenticazione notificati dagli altri Stati membri. Tali Gazzette Ufficiali sono disponibili nella sezione del sito dedicata a eIDAS, sotto "Documentazione/Allegati".    
(da AGID Agenzia per l'Italia digitale)

EMERGENZA COVID-19 - Tessera sanitaria nuovi Servizi

La Carta sanitaria viene spedita a cura dell'Agenzia delle Entrate a tutti i cittadini assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale. Contiene un certificato digitale di identificazione che garantisce il riconoscimento dell’identità e al contempo tutela la privacy.
Per poterla usare come chiave privata di accesso ai dati sanitari, deve essere attivata negli sportelli dedicati diffusi su tutto il territorio della Toscana.
Questa funzione rappresenta un’opportunità e non un obbligo: grazie al codice PIN riservato, che sarà consegnato all’attivazione, il soggetto intestatario della tessera può utilizzarla per consultare il suo Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE).
La Carta sanitaria è un documento personale, valido per le seguenti funzioni:
• Carta nazionale dei servizi (Cns): si può accedere al fascicolo sanitario e a tutti i servizi disponibili; è necessario attivarla acquisendo il codice PIN.
• Tessera sanitaria nazionale (Ts)
• Tessera europea di assicurazione malattia (Team): sostituisce il modello E-111 e garantisce l'assistenza sanitaria nell'Unione Europea e in Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera, secondo le normative dei singoli paesi. Per alcune tipologie di assistiti la carta NON ha valenza Team e contiene degli asterischi sul retro. (es. Richiedenti Asilo politico, iscritti facoltativamente (a pagamento) al Servizio Sanitario Nazionale, ecc)
• Tesserino del codice fiscale
La Carta deve essere conservata con cura ed esibita per tutte le operazioni richieste al Servizio Sanitario Nazionale - in farmacia, dal medico curante, presso gli sportelli aziendali - o nel caso ci si debba recare all'estero.
Dove e quando attivare la carta sanitaria?
Se la vecchia carta non è stata attivata o è scaduta:
con la nuova carta e un documento di identità valido, è necessario andare a uno sportello CUP delle aziende sanitarie toscane, delle farmacie o dei comuni della Regione Toscana che hanno aderito al progetto.
Vai alla mappa degli sportelli disponibili
Se la vecchia carta è stata attivata e non è scaduta:
in questo caso ci sono 3 modi per ottenere il PIN della nuova carta:
1. recarsi con la vecchia carta presso uno dei totem PuntoSì distribuiti sul territorio e seguire la procedura "Attiva la nuova tessera sanitaria".
Trova il PuntoSì più comodo per te
2. se si dispone di un pc con un lettore di smart card opportunamente configurati, si può accedere al servizio di rilascio PIN della nuova cartaper accedere al servizio occorrono la vecchia carta e il relativo PIN
3. con la nuova carta e un documento di identità valido, si può andare ad uno sportello CUP delle aziende sanitarie toscane, delle farmacie o dei comuni della Regione Toscana che hanno aderito al progetto
N.B: Devono recarsi agli sportelli del territorio anche coloro che all'epoca dell'attivazione della vecchia carta erano minorenni.

(da USL TOSCANA NORDOVEST – 14/11/2020)

Le 10 cose fondamentali che deve sapere l’aspirante donatore di sangue

 
Negli ultimi giorni, con uno slancio di generosità inatteso, tanti aspiranti donatori si sono presentati per donare per la prima volta nelle sedi delle associazioni e ai centri trasfusionali, con l’intenzione di colmare le carenze dovute all’emergenza sangue causata dal coronavirus. Molti sono stati accettati per la donazione e molti no. Questo a causa delle regole fondanti del sistema sangue italiano che garantiscono una donazione sicura sia per chi dona, sia per chi riceve.
 
Ecco una lista delle dieci cose che l’aspirante donatore deve sapere prima di programmare un primo appuntamento con i centri e le sedi:
 
     
  1. chi è in età compresa tra i 18      e i 60 anni può donare sangue. È vero anche che, se il medico      selezionatore lo consente, è possibile donare fino a 70 anni;
  2.  
  3. chi ha un peso corporeo      superiore o uguale a 50 chilogrammi può partecipare alla raccolta;
  4.  
  5. chi è in buono stato di salute      può donare. L’aspirante donatore, al momento dell’accettazione, dovrà compilare un questionario dettagliato con      il quale indicherà la propria storia clinica, le patologie di cui soffre      nel presente. Tutte le informazioni che fornirà saranno utili al medico      durante la visita;
  6.  
  7. chi ha un corretto stile      di vita può donare. Non può donare chi nella vita persegue uno stile di      vita che lo espone a rischio di qualsiasi tipo, come anche gli sport      rischiosi, oppure le relazioni sessuali non protette;
  8.  
  9. chi si è sottoposto a cure      dentarie non potrà donare sangue subito: è richiesto di attendere 48 ore      dopo una pulizia dei denti, almeno una settimana da un’estrazione dentale      o devitalizzazione, e il tempo di 4 mesi da un innesto osseo;
  10.  
  11. nel caso dei tatuaggi e dei      piercing è necessario attendere 4 mesi prima di poter donare;
  12.  
  13. è sospesa temporaneamente la      donazione a tutti coloro che hanno avuto un rapporto sessuale promiscuo. È      necessario attendere 4 mesi dopo l’avvenuto comportamento a rischio;
  14.  
  15. gli interventi chirurgici      maggiori, le endoscopie, ma anche le terapie a base di agopuntura,      sospendono la donazione di sangue. Il donatore dovrà, anche in questo      caso, attendere 4 mesi per ricominciare a donare;
  16.  
  17. il viaggiatore,  se ha sostato      o è transitato in zone in cui sono presenti il rischio di contagio di      malattie tropicali, dovrà attendere sei mesi dal rientro;
  18.  
  19. non tutti sanno che si può      continuare a donare se l’ipertensione arteriosa è ben controllata, in caso      di allergia non in fase acuta e se si assume la pillola anticoncezionale.
 
(da DONATORIH24 - 19 Marzo 2020 - di Laura Ghiandoni)
Pulire il sangue con l’uso dei magneti.
Questi i risultati di uno studio inglese

Filtrare il sangue attraverso l’impiego dei magneti ed eliminare così malattie gravi come leucemia o malaria. È lo studio che sta conducendo l’equipe del dottor George Frodsham, Ceo di MediSieve, lo spin-off dello University College di Londra che si occupa di tecnologia di pulizia magnetica del sangue.
La scoperta è stata casuale, come spiega lo stesso Frodsham, visto che inizialmente l’indagine stava riguardando le nanoparticelle magnetiche si legano alle cellule umane “per poterle evidenziare meglio durante gli esami diagnostici“. Durante lo studio il dottore ha constatato che se era possibile “magnetizzarle” per visionarle meglio, sarebbe stato possibile anche farle trascinare via dal sangue.
Nonostante le prime sperimentazioni siano in attesa di approvazione dalla Mhra (l’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotto sanitari), i primi test dovrebbero iniziare con l’inizio del nuovo anno sui casi di malaria, malattia sulla quale sarebbe più “semplice” intervenire grazie a questa tecnologia. “È la natura stessa del virus a essere magnetica, visto che si attacca ai globuli rossi ricchi di ferro – spiega – e consuma l’emoglobina”. Diverso è invece il discorso se si ragiona su patologie potenzialmente mortali come la leucemia.
Molte delle cellule in questione, infatti, non circolando nel sangue, restano all’interno del midollo osseo o dei linfonodi, motivo per cui è necessario “eliminarle completamente per evitare che il tumore possa tornare a manifestarsi”.
A livello di filtrazione del sangue, il procedimento ricorda quello della dialisi: il sangue viene prelevato dal paziente e mischiato con particelle magnetiche che si legano alla malattia in questione. Una volta che queste sostanze vengono intrappolate grazie all’impiego dei magneti, il sangue pulito viene di nuovo immesso nell’organismo del paziente.
Un sistema, che sta entrando in una fase di trial clinico, potrebbe confermare l’importanza dell’impiego dell’ingegneria in campo medico per la cura di determinate patologie.
(Donatori H24 - 12/11/19)



L’autosufficienza plasma è tra le priorità sanitarie del 2021
Emoderivati e plasma iperimmune sono risorse strategiche


È da poco stato pubblicato dal ministero della Salute l’Atto di indirizzo per l’individuazione delle priorità politiche per l’anno 2021, un documento programmatico che mira a individuare le priorità strategiche sanitarie su scala nazionale, e il plasma c’è.

Naturalmente le priorità sono tante, si va dalla lotta agli agenti virabili trasmissibili alla necessità di fare informazione sull’uso corretto degli antibiotici per prevenire reazioni di resistenza, dall’accrescere la portata della prevenzione all’importanza di tutelare maggiormente le categorie vulnerabili, dalla lotta all’inquinamento alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Ma il passaggio a nostro avviso più interessante, e sicuramente più attuale, è quello che riguarda il raggiungimento dell’autosufficienza nazionale per il plasma da inviare alle industrie per il frazionamento, e per il plasma iperimmune.

Ecco il testo esatto tratto dal documento del ministero della Salute:

“Trasfusioni e trapianti: implementare la rete di medicina trasfusionale e l’attività di produzione e raccolta degli emocomponenti e del plasma iperimmune per raggiungere l’autosufficienza nazionale. Sviluppare programmi di trapianto mantenendo separati i percorsi COVID e quelli non COVID. Rafforzare i meccanismi per il reclutamento di donatori di cellule staminali potenziando la collaborazione con i servizi trasfusionali ove afferiscono i donatori di sangue”.

Dell’importanza dell’autosufficienza su Donatorih24 insistiamo spesso, e il motivo è proprio il valore strategico che il plasma, iperimmune e votato alla produzione di farmaci plasmaderivati, riveste in tempi complicati e pregni di incertezza come quelli che stiamo vivendo.

Al giorno d’oggi, come ha ribadito anche il direttore del Centro nazionale sangue Vincenzo De Angelis, l’Italia ha raggiunto un grado di autosufficienza equivalente al 70% del fabbisogno nazionale, mentre per il restante 30% c’è la necessità di reperire il plasma sul mercato.

Se a prima vista la suddivisione di quote può sembrare accettabile, bisogna tenere conto della pandemia globale e dei terremoti che il Covid-19 sta generando. L’approvvigionamento del plasma sul mercato, infatti, dipende in larga parte dal maggior produttore mondiale, ovvero gli Stati Uniti d’America, che da soli producono il 60% del plasma mondiale, utilizzando il metodo eticamente discutibile della raccolta plasma a pagamento. E poiché a causa del Covid-19 si prevede un calo di raccolta anche negli Usa stimato tra il 20% e il 30% rispetto allo scorso anno, risulta evidente come il ricorso al mercato potrebbe essere molto più difficoltoso, anche in virtù delle politiche nazionaliste che tutte le nazioni hanno dimostrato di perseguire nei momenti di emergenza.

Insomma, acquisire plasma sul mercato internazionale per i farmaci potrebbe essere molto più difficile, e sicuramente, molto più costoso; con il diritto alla salute a rischio per tutti quei pazienti che dai farmaci salvavita prodotti con il plasma – come per esempio gli emofilici che necessitano costantemente dei fattori di coagulazione – dipendono per una vita normale.

Ma l’atto ministeriale, come accennato, sottolinea anche l’obiettivo di ottenere l’autosufficienza nazionale per quel che riguarda il plasma iperimmune, e questo significa essenzialmente due cose: in primo luogo, in opposizione alle campagne dei tanti virologi televisivi che non perdono occasione di sminuire l’importanza del plasma, essa è riconosciuta ufficialmente, anche grazie ai tanti studi e ai risultati sul campo ottenuti negli ospedali; e in secondo luogo sprona le strutture sanitarie sul territorio italiano a promuovere la raccolta dei plasma dei guariti, e da qualche settimana, anche dei vaccinati.
....
Ora, com’è naturale dai propositi bisogna passare all’azione, e trovare le strategie pratiche migliori per tradurre gli obbiettivi programmatici in fatti concreti.
(DONATORIH24 - 9 Aprile 2021 - Attualità - di Giancarlo Liviano D'Arcangelo)
CAR-T,  l’Aifa approva la cura per i tumori del sangue
Una nuova speranza per circa 500 pazienti ogni anno

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha appena approvato la prima terapia a base di cellule CAR-T.  Finora la cura era disponibile soltanto in via sperimentale e soltanto  in alcuni centri del nord Italia. Da oggi, tutte le Regioni potranno  adeguare le proprie strutture al fine di somministrare il trattamento  che permette un’elevata percentuale di guarigione per alcuni tumori del sangue. L’Aifa ha approvato, altresì, la rimborsabilità della terapia.
Si stima che ogni anno potranno ricorrere al nuovo trattamento circa cinquecento persone che prima non avevano altra possibilità di cura.
La CAR-T, come spiegato alla nostra testata dal professor Paolo Corradini (il primo scienziato a sperimentarla in Italia), è una terapia genica  sviluppata originariamente dall’università della Pennsylvania che  utilizza i linfociti T estratti da un campione di sangue, li modifica  geneticamente e li reimmette nel flusso arterioso del paziente al fine  di scatenare il sistema immunitario contro la malattia grazie al  riconoscimento specifico delle cellule tumorali. In pratica, il DNA dei  linfociti viene modificato in laboratorio con l’iniezione di CAR, che li manipola e “addestra” ad attaccare unicamente le cellule leucemiche.
L’Aifa ha approvato questa terapia soltanto per due patologie, stabilendo anche i limiti di età: la leucemia linfoblastica acuta riscontrata in pazienti fino a ai 25 anni e il linfoma diffuso a grandi cellule B, diagnosticato negli adulti. Durante i trial, l’81% dei pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta e il 40 – 47% dei malati di linfoma B diffuso a grandi cellule hanno ottenuto una remissione completa.
La CAR-T comporta tuttavia dei rischi, anche gravi, per questo può essere somministrata soltanto quando ogni altra terapia fallisce.
(DONATORIH24 -19 Agosto 2019 di Sergio Campofiorito)


Tumore al seno, una biopsia del sangue per capire se avrà metastasi

Un prelievo del sangue potrà dimostrare se un tumore al seno può generare metastasi e diffondersi ad altri organi. È il risultato di una ricerca condotta all’università di Bari e pubblicata sulla rivista Nature.
Basato sulla “biopsia liquida”, lo studio ha permesso di riconoscere in anticipo le Ctc (cellule tumorali circolanti), isolandole dal sangue e analizzando le caratteristiche molecolari del loro genoma, così da verificare la presenza di quei geni preposti alla formazione delle metastasi. Nella fase iniziale, la ricerca si è concentrata sul cancro al seno, ma potrebbe in futuro venire estesa ad altre forme con elevata potenzialità metastatica che, nella maggior parte dei casi, rappresenta la complicazione principale delle patologie tumorali.
Come hanno spiegato i ricercatori del Crog (il Centro Ricerche Oncogenomiche) di Bari, diretto dal professor Franco Silvestris, “i risvolti possono essere significativi non solo sotto il profilo scientifico, ma anche umano in termini di vita dei pazienti. Riconoscere i rischi metastatici di un tumore in anticipo, infatti, permetterà di individuare nuove strategie terapeutiche e, nel caso le Ctc non presentassero le caratteristiche della diffusione ad altri organi, i pazienti potranno vivere con meno apprensione la paura di una ipotetica ricomparsa del tumore stesso”.
(DONATORI H24 - 17 Dicembre 2019)
PARCHEGGIO PER I DONATORI
Procedura agevolazione per donatori di sangue ed emoderivati

- L'Azienda USL Toscana Nord Ovest in collaborazione con APCOA Parking Italia, ha attivato un’agevolazione per i donatori di sangue ed emoderivati che consente di usufruire dei parcheggi dell'ospedale S. Luca e dell'Ospedale Apuane gratuitamente per 3 (tre) ore relativamente a soste avvenute tra le 07.00 e le 19.30.
- Per usufruire dell’agevolazione è necessario essere in possesso del ticket di sosta che dovrà poi essere vidimato nell’apposito Timbro Convenzione.
- I parcheggi dell'ospedale S. Luca e dell'Ospedale Apuane sono dotati di sistema di accesso tramite Telepass, il quale riconosce in automatico la presenza del transponder Telepass se presente sull’auto, e consente di accedere all’area di sosta senza ritirare il ticket in ingresso.
- Qualora il donatore fosse in possesso del Telepass ma volesse usufruire dell’agevolazione, è necessario che venga inibito il segnale del Telepass riponendolo nell’apposita scatola schermante, in modo tale da poter ritirare il ticket in ingresso.
- In alternativa è possibile comunicare ai seguenti recapiti (telefono 0376/345345 o e-mail info@apcoa.it) il codice del proprio transponder Telepass, in modo tale che i nostri operatori possano bloccare l’accesso automatico tramite Telepass nei parcheggi dell'ospedale S. Luca o dell'Ospedale Apuane.
Apcoa Parking Italia S.p.A
Da Toronto un’applicazione che misura la pressione del sangue


E se bastasse un (video)selfie? Una delle abitudini che, quotidianamente, misura la vanità del popolo social presto potrebbe diventare un modo per misurare la pressione del sangue. L’idea, già in fase avanzata, è stata sviluppata dall’Università di Toronto e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Circulation: Cardiovascular Imaging”.
Per poter effettuare la misurazione è necessario un semplice oggetto di uso comune: uno smartphone dotato di fotocamera. Tramite il proprio servizio di download, (sia Ios, sia Android), è possibile scaricare un’applicazione, lanciarla e puntare l’obiettivo sul proprio viso. Il software calcolerà la pressione nei vasi sanguigni (con una precisione, promette il team di scienziati, assai simile a quella di un comune sfigmomanometro) e trasmetterà il risultato sullo schermo del telefono.
I test hanno coinvolto persone sia di pelle chiara, sia di pelle scura e si sono rivelati molto più che promettenti. L’unico inconveniente, trattandosi di una tecnologia ancora in fase beta (testata ma non definitiva) è che al momento il video-selfie deve durare due minuti.
I ricercatori però promettono che arriveranno ad abbattere i tempi: anche le prime macchine fotografiche richiedevano tempi biblici di esposizione, oggi per un normale selfie, basta un clic.
DONATORIH24 - 26 Agosto 2019
ANALISI DEL SANGUE: CHE COS'E' L'EMOCROMO

L’emocromo è uno dei più comuni esami che viene effettuato con le analisi del sangue. Misura il numero, la dimensione e la concentrazione dei globuli rossi (eritrociti), dei globuli bianchi (leucociti) quello delle piastrine (trombociti) e l’emoglobina.
Viene anche detto esame emocromocitometrico, ed è un test di grande rilevanza perché permette di capire se si è in piena salute oppure se c’è qualcosa che non va nel proprio organismo e se quindi è necessario sottoporsi ad ulteriori esami e visite mediche.
La tabella dell’emocromo completo ad un primo sguardo
E’ necessario sapere che alcuni giorni dopo essersi sottoposti al prelievo del sangue, viene consegnato un risultato composto da una tabella (con o senza righe), che non risulta di immediata lettura per il paziente. Il medico di fiducia è la persona a cui va mostrato il documento per una dettagliata valutazione, ma in generale è possibile sapere se un valore del sangue è fuori dalla norma perché accanto al risultato, quando non rientra nell’intervallo dei valori di riferimento, può essere presente un piccolo segno per metterlo in evidenzia.
Come leggere i dati dell’emocromo nelle analisi del sangue
Per chi volesse provare ad affrontare una lettura un po’ più approfondita delle principali diciture che compongono l’emocromo, è utile sapere che queste diciture, insieme alle unità di misura, possono variare in base al laboratorio dove sono state effettuate, ma che comunque in generale sono standardizzate.
Com’è suddivisa la pagina dell’emocromo completo
La pagina intitolata “emocromo completo” è divisa in alcune colonne (con o senza righe) che indicano:
• il tipo di elemento del sangue preso in esame: possono essere globuli bianchi, rossi, piastrine, ma anche l’emoglobina, e il volume corpuscolare della stessa o altri. E’ posto in calce di solito nella parte sinistra del foglio;
• il valore del risultato delle analisi dell’emocromo, cioè il numero dal quale capiremo se i nostri valori sono nella norma oppure no. Questo numero a volte è in grassetto;
• i valori di riferimento, o anche limite, (ma può avere diverse diciture): sono due numeri separati da barra, trattino o altro, che indicano l’intervallo dei valori ritenuti nella norma. Il primo numero indica il minimo valore  e il secondo indica il massimo valore. I numeri cambiano, ma di poco, di laboratorio in laboratorio;
• l’unità di misura: può comparire con la dicitura di “U. Misura”. I laboratori ne utilizzano di diverso tipo. Può comparire la scritta “ul” che sostituisce “µl” che è il microlitro, cioè la millesima parte di 1 millilitro, oppure il millimetro cubo, cioè mm³. Nell’unità di misura viene utilizzato a volte un esponente per moltiplicare il valore del risultato. Per misurare l’emoglobina a volte si utilizza il g/dl cioè il grammo per decilitro.

Sono numerose le unità di misura e le diciture che potreste trovare nelle analisi del sangue, ma un’ottima tabella completa la fornisce il sito Nurse24.it

I globuli bianchi
I globuli bianchi, anche detti leucociti, sono le cellule che si occupano dei meccanismi del sistema immunitario. Compaiono anche con l’acronimo WBC che sta per l’inglese White Blood Cells.
Esistono vari tipi di globuli bianchi: i linfociti, i monociti, i neutrofili, gli eosinofili e i basofili che compongono il totale dei globuli bianchi e che vengono presentati nei risultati delle analisi in percentuale e con il numero per microlitro o millimetrocubo.

I globuli rossi
I globuli rossi, anche detti “emazie” o RBC che sta per Red Blood Cells, si occupano di trasportare l’emoglobina ai tessuti. Sono valori nella norma quelli dei globuli rossi solitamente compresi tra 4 e 5,5 circa.

L’emoglobina
L’emoglobina, indicata con varie diciture, tra cui Hb, è una proteina complessa che si occupa di trasportare l’ossigeno. Nei risultati delle analisi emerge nel dettaglio con valori che possono indicare il volume corpuscolare medio, il contenuto medio emoglobinico e la concentrazione corpuscolare media emoglobinica. Il valore di riferimento dell’emoglobina si posiziona circa tra i 12 e 16,5 grammi per decilitro.

Per chi volesse donare sangue il valore dell’emocromo deve essere per le donne superiore a 12,5  g/dl e per gli uomini superiore a 13,5 g/dl.

Le piastrine
Le piastrine sono cellule che intervengono anche nel processo di coagulazione del sangue. Il valore di riferimento è tra i 150 e 400 circa per diecimila microlitri.
(da DONATORI H24 - 24 Ottobre 2020 Attualità)




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