Alimentazione - Fratres Massa

Fratres Massa

Vai ai contenuti

Ferro, perché è il minerale “principe” del sangue

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità quasi un terzo della popolazione ha problemi di salute legati ad una carenza di ferro. Il minerale riveste un ruolo molto importante nel sangue perché è parte dell’emoglobina, ed è incaricato di trasportare l’ossigeno nei globuli rossi. In base al fabbisogno viene rilasciato in tutto il corpo. La corretta distribuzione determina la normale funzione fisiologica di tessuti come sangue, cervello e muscoli.
Le analisi del sangue sono il metodo più consolidato di misurazione della quantità di ferratina. Tramite il prelievo, effettuato anche prima di donare, se ne misura la concentrazione, e generalmente, i valori del minerale nel sangue, rispecchiano in modo corretto la presenza della proteina in tutto l’organismo.
Esistono molti tipi di disturbi legati ad una carenza o un eccesso di ferro. Si chiama anemia sideropenica il tipo di problematica specificatamente legato all’insufficienza della proteina tanto necessaria al sangue. I sintomi sono debolezza, pallore, irritabilità, mal di testa, fiato corto e caduta di capelli. Se i valori della ferratina nelle analisi sono costantemente al di sotto di 12/15 mg/l l’insufficienza è molto probabile.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che, se una larga parte della popolazione può soffrire di questo disturbo, le donne e i bambini sono le fasce più esposte. Le cause dell’insufficienza possono essere tante: la dieta povera, le perdite ematiche croniche o cicliche, in alcuni casi lo sport. Alcuni fattori, che causano un disequilibrio della presenza di ferratina nell’organismo, sono le malattie infettive come la malaria, l’anchilostoma e l’HIV. Anche malattie ereditarie come la talassemia sono legate al problema. Le analisi effettuate con regolarità mostrano se esiste una criticità nell’assorbimento del ferro, possibile indice di una patologia più grave in atto.
Quando invece esiste solo una lieve carenza potrebbe essere sufficiente apportare poche modifiche alla propria alimentazione per risolvere il problema. In certi casi potrebbe bastare aggiungere alcuni alimenti noti per l’alta concentrazione di ferro, tra cui gli spinaci, il fegato di bovino e la carne di cavallo. Anche l’assunzione di vitamina C, attraverso il consumo di frutta, quale ad esempio kiwi e agrumi, ne favorisce l’assorbimento. In certi casi può aiutare l’utilizzo di integratori specifici.
(DONATORIH24 - 3 Febbraio 2020 - di Laura Ghiandoni)




IL FERRO NELLA NOSTRA ALIMENTAZIONE

Quante volte abbiamo sentito mamme dire ai propri figli “mangia gli spinaci che contengono tanto ferro!”. Cerchiamo di capire quello che c’è di vero in questa frase. Gli spinaci contengono una buona quantità di ferro (2,9 mg di ferro su 100 g di prodotto fresco) ma sono ricchi di sostanze che ne impediscono l'assorbimento da parte dell'intestino.
 
Per comprendere bene l'argomento è fondamentale sapere che negli alimenti, in generale, il ferro è presente in due forme: ferro eme, più facilmente assimilabile, e ferro non-eme, di origine vegetale.
 
Il ferro eme si trova in carne e pesce. Presentano un buon contenuto il manzo, il fegato, alcuni molluschi e crostacei, il tuorlo delle uova. Il ferro non-eme, di origine vegetale, si trova abbondante in cavoli di Bruxelles, cacao, mandorle, legumi, funghi secchi, nei cereali integrali e nella frutta secca (albicocche, fichi essiccati).
 
E' importante inoltre evitare alcune associazioni. I latticini, ad esempio, riducono l'assorbimento di ferro; così anche i tannini contenuti in caffè e thè.
 
Ci sono poi sostanze che invece favoriscono l’assorbimento di ferro, quali la vitamina C e l’acido folico, che per questo motivo non devono mancare nella dieta. I LARN consigliano l’assunzione di 10 mg di ferro al giorno per adulti maschi e di 18 mg per le donne in età fertile.
 
Per valutare il profilo marziale, tramite analisi del sangue, è importante valutare contemporaneamente la sideremia (la quantità di ferro presente nel sangue), la ferritina (le riserve di ferro nell’organismo), la transferrina (funzionamento dell’assorbimento del ferro).
 
Dott.ssa Ilenia Zoppi
 
(Biologa Nutrizionista
 
Presidente Gruppo Donatori Fratres Filattiera)
 
Donazione, ecco i cibi per il prima e il dopo

Bere molta acqua e mangiare cibi con pochi grassi. Questo è importante fare nelle 24 ore precedenti alla donazione di sangue. Quando si decide di donare, sia in maniera assidua che occasionale, pur non dovendo seguire una determinata dieta, è tuttavia importante seguire alcuni accorgimenti che, oltre che a vantaggio di chi riceverà la nostra sacca, saranno utili anche a noi come regime di vita corretta. Ma cerchiamo di capire meglio.
Il fatto di bere molta acqua, e di certo non solo in questo periodo caratterizzato da temperature particolarmente elevate, se accompagnato da un’alimentazione priva di sostanze grasse, garantisce la qualità del sangue che ci apprestiamo a donare, evitando di alterare i valori al momento del prelievo. Già nel giorno stesso della donazione, infatti, possiamo fare una colazione leggera con succhi di frutta poco zuccherati (se non completamente sugar free), tè o caffè, biscotti secchi, pane o fette biscottate.
Importante, inoltre, ricordarsi di evitare di assumere latticini o alimenti a base di uova, oltre ovviamente a insaccati, salse e fritture di vario genere, e alcolici.
Ecco cosa bere prima e dopo la donazione

Cosa bere o mangiare prima della donazione è una domanda che si pongono, sia i donatori abituali, che tutti coloro che per la prima volta si avvicinano al sistema sangue. I liquidi sono una parte molto importante del nostro corpo, che è composto al 60 per cento circa da acqua. Durante la donazione vengono prelevati circa 400 ml di sangue, che corrisponde a circa il dieci per cento della quantità totale. Perciò chi dona sangue deve essere consapevole che ha ceduto principalmente dei liquidi, mentre chi dona plasma ha ceduto proprio la parte liquida del sangue. Secondo i dati raccolti dalla Croce rossa italiana sono 4/5 i litri che scorrono nei vasi sanguigni di un individuo adulto, che corrispondono a circa al 7% del peso totale del corpo. Il plasma è costituito al 92% da acqua.

Cosa bere il giorno prima della donazione
Un giorno prima di rivolgersi al centro trasfusionale il donatore, per reintegrare i liquidi che andrà a perdere, dovrebbe  aumentare la quantità assunta sia attraverso le bevande, sia durante la nutrizione. L’ideale sarebbe bere molta più acqua e prediligere un’alimentazione composta di cibi magri, ma ad alta presenza idrica, come zuppe, minestre e brodi. È importante ricordare che la dieta del giorno prima deve evitare i cibi lipidici: per fare alcuni esempi è preferibile non consumare minestre a base di lardo, pancetta, e panna. Inoltre il donatore è meglio preferisca la cucina al vapore o al forno piuttosto che le fritture, anche se fatte con olii vegetali. Altamente sconsigliato è inoltre bere alcolici, ma anche le bevande grasse, come cioccolate calde, o quelle troppo zuccherate andrebbero assunte in dosi modeste.
Quali bevande sono vietate la mattina della donazione
Divieto di bere latte e bibite grasse. La bevanda, di origine animale, è ad alto contenuto lipidico, quindi è vietata prima della donazione. Questo perché le analisi del sangue compiute dopo aver bevuto latte potrebbero essere non idonee, in quanto il grasso assunto attraversi la bevanda potrebbe causare un’interferenza e incidere sulla precisione del documento. Il latte, nella mattinata della donazione, non deve essere aggiunto a bevande e nemmeno agli alimenti. È naturalmente vietato bere alcolici, nemmeno se presenti in piccole dosi dentro dolci e cioccolatini.

Quali bevande consumare il giorno della donazione
La mattina il donatore può assumere molta acqua, ma è possibile consumare anche caffè, tè oppure succo di frutta. L’apporto idrico è relativo alle normali abitudini del donatore, mala regola generale è che debba consumare il doppio di liquido delle normali quantità assunte giornalmente. Quindi se si beve regolarmente un litro d’acqua, il giorno della donazione è consigliato berne due litri, se normalmente si beve un litro e mezzo, il donatore nel giorno della trasfusione può berne tre litri.
Questo serve a reintegrare i liquidi ceduti, e a ristabilire la pressione sanguigna che potrebbe diminuire eccessivamente. Per questo anche l’assunzione di vari caffè è tollerata e anche il succo di frutta è ben accetto. La colazione è meglio farla, purché sia leggera e priva di sostanze grasse.
Un ultimo promemoria: vietato fare sport il giorno della trasfusione per non perdere liquidi di cui si è già carenti attraverso la sudorazione.
(DONATORIH24 - 27 Febbraio 2020 - di Laura Ghiandoni)

Sede:Viale Roma, n. 33 (c/o -Misericordia) 54100 MASSA (MS)
Cell. 328/6117976
E-Mail:   gruppomassa@fratres.eu
Sito Internet: www.fratresmassa.it

directions
© Consociazione Nazionale
dei Gruppi Donatori  
di Sangue Fratres delle Misericordie d'Italia      

Torna ai contenuti